LEGAMI CON LA GEOMETRIA ED I NUMERI
Per iniziare vorrei analizzare quello che questo simbolo ha rappresentato per l’ umanità molto prima della venuta di Gesù , partendo dalle sue assonanze con la geometria ed i numeri .
Per fare questo consideriamo innanzitutto come esso sia strutturato : due tratti , due linee che si intersecano perpendicolarmente in un punto in modo tale da formare , nella costruzione classica , quattro angoli retti . Un segno grafico molto facile da realizzare , tanto che si è portati a credere fosse il primo segno strutturato tracciato dall’ uomo sulle pareti delle caverne , anche se in modo rozzo.
La croce divide un ipotetico piano su cui viene tracciata in quattro parti .
Il quattro è un numero molto legato a questo simbolo.
Anche la croce deriva direttamente dal quattro , di cui esprime il prodotto , la risultante. Si sono fatte incrociare le rette verticali attive con le rette orizzontali passive in modo da determinare un punto centrale d’ incontro .
Per decifrare questa affermazione tratta da “Racconti d’ un viaggiatore astrale” dei coniugi Meurois – Givaudan , occorre riallacciarsi alla filosofia Pitagorica , che vedeva nei numeri una interpretazione della costruzione e dell’ armonia di tutto il cosmo e , per la quale , il numero quattro aveva corrispondenza nella Tetrakis , più semplicemente , Tetrade .
Vediamo ora come è composta la Tetrade stessa .
Secondo la filosofia dei pitagorici , il numero 1 è la monade , ovvero la prima manifestazione della volontà divina , di quella unità molteplice che è il punto di partenza del mistero della creazione . La forza , il potere attivo che materializza questa volontà suprema è il demiurgo che si identifica con il numero 2 . Per cercare di intuire come sia possibile il passaggio dall’ unità ad un numero che esprima un concetto diverso da “unità”, cioè di cosa non composta , quindi indivisibile , mi aggancio a quello che Platone riporta dei ragionamenti di Socrate circa la “generazione del due” : Non grideresti che non sai come possa in altro modo generarsi alcuna cosa se non partecipando della specifica essenza di ciascuna realtà di cui essa partecipa e che , nel caso in questione , non hai altra causa per spiegare il nascere del due se non questa , cioè la partecipazione alla dualità , e , inoltre , che debbono partecipare di questa dualità le cose che vogliono diventare due , come dell’ unità ciò che vuole essere uno ? Un chiaro riferimento alla “volontà“ di trascendere l’ Unità divina per manifestarsi e materializzarsi : quando poi tutto questo si manifesta nel mondo fenomenico , la monade e la diade si sommano dando origine alla triade , (la sacra trinità cristiana) , il numero 3 , ovvero , la volontà che si esprime nella forza creatrice e diviene materia , il verbo , la vibrazione primordiale che si concretizza nei primi atomi di elio e di idrogeno che sono preposti a formare nuovi elementi nell’ esplosione del big bang che darà origine all’ universo conosciuto . La triade così manifestata raggiunge la perfezione nella tetrade in cui si introduce , secondo alcune credenze , anche il principio femminile , la dea madre .
La tetrade è il numero 4 . Viene raffigurata geometricamente da un triangolo perfetto , equilatero , con i lati formati da quattro punti ed ottenuto sovrapponendo a piramide un punto , la monade , due punti , la diade , tre punti , la triade e quattro punti , la tetrade . La somma di tutti i punti equivale a dieci , è la decade mistica , un vero simbolo divino , il classico triangolo di luce che ritroviamo in alcune rappresentazioni iconografiche di Dio . Vorrei soffermarmi , prendendo ancora in considerazione la tetrade , sul fatto che la cabbala attribuisce alla prima ed alla decima lettera dell’ alfabeto ebraico , una certa equivalenza , per cui l’ 1 corrisponde al 10 , il dieci ( somma dei componenti della tetrade ) riconduce all’ unità : la decade mistica riconduce alla divinità , all’ Essere Unico . Per i seguaci della scuola pitagorica , i numeri venivano associati a dei punti , sia per poter dare delle dimostrazioni pratiche delle loro teorie , ad esempio dei quadrati dei numeri stessi , sia per il concetto che nell’ universo tutto è riconducibile a dei punti , e quindi ai numeri .
Questa figura simbolica della tetrade , la ritroviamo ovviamente nelle piramidi egizie , nonché nella prima lettera dell’ alfabeto ebraico : Aleph , che era appunto il simbolo di Dio , da cui tutto procede ed a cui tutto tende , perché dal suo vertice partono le due direttrici della tetrade , oppure , viceversa , queste convergono in quel vertice , in quel punto di partenza , che ritroveremo in altre occasioni .
Il quattro è il numero dell’ equilibrio , è l’immagine di forze opposte a due a due, di cui due sono passive e due attive. Il quadrato idealizza questa nozione .
Il quadrato ha quattro lati , ovviamente , come la croce è composta da quattro segmenti che possiamo considerare come i lati di un quadrato , se li trasponiamo in maniera diversa . Il quadrato rappresenta il piano , la Terra e tutto quello che è terreno .
Nel libro “La vera storia di Sargon di Accadia” di Mario Pincherle si legge , inoltre :
Nasce la fratellanza degli Accadi . Ma non è un popolo . Non è una razza . E’ “ tutte le genti della terra , fino alle quattro estremità del globo “ , che sono simbolizzate dalle lettere A,D,A,M ,( Artus,Disi, Anatol e Mesembria ). Nasce l’ ADAMO .
Quindi le quattro estremità del “globo” , come riportato in questo testo ( dando per scontato che a quei tempi si avesse la percezione della sfericità della terra ) ,cioè i quattro punti cardinali , individuati dalle stelle Artus , Disi , Anatol , Mesembria , possono richiamare il quadrato , che a sua volta identifica una croce , cioè l’ incontro della forza positiva e verticale dello Spirito con quella passiva ed orizzontale della materia.
L’ Adamo è , allora , la prima popolazione della terra , unita da una fratellanza che deriva dalla discesa del divino nella materia , il territorio in cui vive è l’ Eden .
Adamo ed Eva erano un unico essere che soccombette all’ attrazione per se stesso ; erano l’ ombra di ciò che gli Ebrei chiamarono IEVE ( o YHWH , o IAVE ), legge ciclica del numero quattro , semplice immagine dell’ assoluto , essi erano costruiti sul numero quattro .
Al di la di chi fosse Adamo , unico essere androgino o popolo intero , il legame tra il numero quattro , la tetrade Pitagorica , l’ Eden , la volontà divina che si manifesta e si realizza nella materia , nella razza umana , sono allora evidenti , e tutto può essere ridotto ad un solo simbolo , la croce , appunto .
La figura della croce è l’ immagine dell’ assoluto ed anche della forma , del piano divino adattato alla terra ; è la concretizzazione dell’ idea nata dal principio divino e dal suo opposto : ecco perché fu il simbolo Cristico.
La croce è l'axis mundi, simbolo del cosmo. ha origine dall'accostamento del simbolo più semplice, la linea, ripetuta per 4 volte (4 le direzioni dello spazio, i punti cardinali, le fasi lunari, le stagioni, i fiumi all'origine del mondo, ( Indo , Nilo , Tigri , Eufrate ) le lettere che formano il tetragrammaton YHWH...), che partono da un punto per dirigersi verso l'infinito...
Nella costruzione di grafici , che sono la rappresentazione bidimensionale della variazione di grandezze di diversa natura , interagenti tra di loro , siamo soliti riferirci agli assi cartesiani , che non sono altro che due rette che si incrociano in un punto detto “origine” degli assi stessi . In particolare due di queste semirette riportano valori positivi , le altre due valori negativi delle stesse grandezze ; l’ origine degli assi è il punto di inversione di segno , da qui partono , analogamente a quanto riportato prima , quattro rette che si estendono all’ infinito nelle quattro direzioni .
La definizione di “origine” e di opposte direzioni , o forze opposte sarà una costante nell’ analisi del simbolo della croce . Del resto Cartesio , che riprendendo degli studi dei matematici medioevali ha introdotto la geometria analitica , era soprattutto un filosofo e fondava il suo credo sul dubbio metodico , e questo dubbio era per l’ uomo l’ unica certezza di esistere ( Cogito ergo sum ).
In matematica un sistema di riferimento cartesiano è un sistema di riferimento formato, in un numero n di dimensioni , da n rette ortogonali, intersecantesi tutte in un punto chiamato origine.
Se vogliamo ampliare il ragionamento dobbiamo considerare che esistono tanti assi cartesiani quante dimensioni possiamo immaginare , riconducendo , così , ogni punto nello spazio a due , tre , quattro o più coordinate di riferimento . A noi importerebbe sapere che per una qualsiasi posizione che occuperemmo nello spazio tridimensionale , a cui siamo abituati , ci sarebbero sempre tre coordinate che la definirebbero . Cioè riusciremmo a dare una definizione geometrica inequivocabile dell’ esistenza di un punto nello spazio , ma questo implicherebbe dare una definizione certa dell’ esistenza in senso generale … quindi non solo “ esisto perché dubito” , ma esisto in quanto ho dei riferimenti che lo affermano, e non è poco !!! Pensiamo a cosa potremmo scoprire andando oltre le tre dimensioni fisiche ! Tutto questo partendo da rette che si incrociano !
LA CROCE SIMBOLO COSMICO E DEI RITMI NATURALI
Il simbolo della croce , oltre ad essere strettamente legato al numero quattro ed al quadrato , potrebbe essere derivato anche dal cerchio , ad indicare l’ intero universo che viene suddiviso in quattro quadranti .
Rispetto ad una forma più primitiva essa porta ad una geometrizzazione lineare degli archi di circonferenza.
La si può considerare ( la croce ) come l’ asse della ruota cosmica , della ruota del karma e di quella del serpente Uroboros ( Uroboros è un simbolo molto antico che rappresenta un serpente che si morde la coda, ricreandosi continuamente e formando così un cerchio. È un simbolo associato all'alchimia, allo gnosticismo e all'ermetismo . Rappresenta la natura ciclica delle cose, la teoria dell'eterno ritorno, e tutto quello che è rappresentabile attraverso un ciclo che ricomincia dall'inizio dopo aver raggiunto la propria fine. In alcune rappresentazioni il serpente è raffigurato mezzo bianco e mezzo nero, richiamando il simbolo dello Yin e Yang, che illustra la natura dualistica di tutte le cose e soprattutto che gli opposti non sono in conflitto tra loro. ) , in tal caso essa ha quattro bracci uguali , e forma il doppio asse dei solstizi e degli equinozi . Viene chiamata “croce greca”. Variando di poco la forma dei bracci senza modificarne i rapporti dimensionali , avremo una croce catara : è un vero e proprio geroglifico cosmico , perché nei suoi quattro bracci uguali leggiamo i quattro punti cardinali , le quattro dimensioni spaziali e le quattro stagioni che costellano la corsa luminosa del sole, nella quale si identifica quella dello Spirito.
Dunque l’ asse della ruota cosmica , quella del karma , che rappresenta i ritorni dell’ anima , la metempsicosi o , per dirla come i pitagorici , la metemsomatosi , è rappresentabile con una croce . Tutto in natura è sottomesso alla legge dei ritorni : le stagioni , i cicli solari e lunari ; suddivisi , a loro volta , in quattro parti .
La croce rientra in un simbolismo cosmico che mette in moto le valenze energetiche della Natura. I due segmenti rappresentano le polarità dell’esistenza. Il segmento orizzontale rappresenta la polarità negativa, la materia, la superficie terrena che separa i due regni, quello infero da quello celeste ed ha una valenza passiva. Il segmento verticale, la polarità positiva, mette in comunicazione il mondo celeste con quello sotterraneo, perciò ha una valenza attiva collegando il basso con l’alto. L’attivo che attraversa il passivo si ricollega all’idea di fecondità: Dio si unisce alla Natura per generare ciò che è. Infatti il punto d’intersezione delle due braccia è il simbolo del Principio universale, dove gli opposti da antitetici diventano complementari, riducendosi armonicamente in unità: nell’esoterismo islamico e in quello ebraico, esso è chiamato Shekinàh, Palazzo Santo, la dimora dell’Uno che È . Importante è capire che l’effettiva realizzazione della totalità dell’essere, che è al di là di qualsiasi condizione, è precisamente ciò che la dottrina indù chiama Moksha (liberazione) e che l’esoterismo definisce identità suprema.
La croce può essere ricollegata all’Albero della Vita, nella sua valenza attiva, rappresenta il microcosmo che rispecchia il Macrocosmo.
In questo passaggio si mette in evidenza la forza di questo simbolo , vera sintesi esoterica di complementarità degli opposti , in una perfetta ed armonica ricerca di equilibrio e di fusione nell’ Uno , il principio Universale , la Divinità . Tutte le dottrine e le religioni dovrebbero basarsi sulla realizzazione di questo semplice , ma elevato , principio .
Oltre alla croce è stato prima introdotto anche un’ altro simbolo correlato , il cerchio , privato di parti della circonferenza , per suggerirne la dinamicità (la rotazione) e l’emanazione di energia , che potrebbe simboleggiare il sole. Lo ritroveremo nella croce celtica , ma prima ancora nella croce egizia .
Le prime croci che la storia archeologica ricorda risalgono all'antica Mesopotamia, in particolare erano simbolo del dio sumero Tammuz, rappresentante fondamentalmente l'organo genitale maschile. (Tammuz non era altro che il dio della Fertilità , il dio della vegetazione e del raccolto, questo corrisponde al cambio delle stagioni, dato che l'abbondanza delle messi diminuisce in sua assenza).
Non a caso , la croce , nel raffigurare il ciclo delle stagioni , la terra , la fertilità , è stata associata all’ organo genitale maschile ( ma in correlazione anche a quello femminile , come vedremo nella croce ansata) . Tammuz , secondo una intricata ricostruzione del mito , fu generato da Semiramis , la quale sosteneva di essere stata concepita immacolatamente ( le similitudini con quello che il cristianesimo affermerà più tardi non si fermano qui ) venendo sulla terra da un uovo lunare che cadde nel fiume Eufrate . La luna era paragonata ad una dea che aveva un ciclo di 28 giorni e quando era piena ovulava . Semiramis venne riconosciuta come Ishtar ( da cui sarebbe derivato il nome Easter , Pasqua in inglese ) e sostenne che il dio Sole - Baal con i sui raggi la mise incinta ed il figlio che partorì fu chiamato Tammuz . Quando Tammuz venne poi ucciso da un maiale il suo sangue cadde su un ceppo di un albero che crebbe interamente durante la notte . Gli adoratori di Tammuz , asceso al dio padre Baal , mentre lo adoravano dovevano farsi un segno a forma di “T” davanti ai loro cuori . Dal segno della T a quello della croce il passo è breve !
LA CROCE ANSATA
La croce ansata , cioè la croce egizia della vita , è una T con un cerchio sopra. La T è un simbolo maschile , il cerchio un simbolo femminile , quindi in qualche modo un simbolo sessuale , cioè della dualità , delle due polarità. Ma la T della croce ansata rappresenta il Tau , cioè l’ ultima lettera dell’ alfabeto ebraico . Ogni lettera ebraica rappresenta un’ idea , oltre che un carattere alfabetico , il tau è la sintesi dello Spirito e della materia : dello Spirito che ha accettato di prendere corpo per trascendere l’ umanità intera : è il mistero che sorge dal punto d’ incontro del verticale e dell’ orizzontale , e può essere Osiride , Krishna , Gesù Cristo . La divinità discesa tra gli uomini per mostrare loro il cammino è un segno di Dio sulla terra , un’ incisione praticata nella corteccia dell’ egoismo di tutta la razza umana . Il Tau … ecco la lettera : non lettera e suono generatori , ma lettera e suono riparatori .
La Crux Ansata rappresenta per gli antichi Egizi l’ immortalità dello Spirito. Da un punto di vista più terreno è la croce della fertilità : il buon raccolto deriva tanto dall’ azione dello Spirito Santo ( elemento positivo ) sulla materia ( elemento negativo ) , quanto dall’ azione del sole e dell’ acqua ( associazione energetica ) sulla materia che la riceve . La croce egizia ha stabilito una sorta di trinità : Vita , Amore , Fertilità , ove ogni elemento deriva dall’ altro , formando un ciclo eterno .
A Babilonia la Crux Ansata era l’ emblema degli dei dell’ acqua , generatrice di vita : presso i Maya era il segno della rigenerazione , primavera in natura e primavera dell’ uomo che riscopre lo Spirito . Presso gli Scandinavi era il segno degli Dei del cielo , i creatori del genere umano .
L'ankh, conosciuto anche come chiave della vita e croce ansata, è un antico simbolo sacro egizio che essenzialmente simboleggia lavita. Gli dèi sono spesso raffigurati con un ankh in mano, o portato al gomito, oppure sul petto.
Questo simbolo potrebbe rappresentare una stilizzazione dei genitali umani in atto di unione. Tra i fautori di questa teoria ricordiamo Howard Carter che afferma che l'origine dell'ankh sia da ricollegare alla simbolica unione mistica dei due principi, il principio maschile e il principio femminile. Le due parti dell'ankh, la tau sottostante e l'ansa sovrastante, corrispondono infatti ai simboli di due delle divinità più importanti della religione egizia, Iside e Osiride. L'ansa è il simbolo isiaco, probabilmente una stilizzazione dell'utero; la tau, ovvero una croce senza l'estensione superiore del braccio verticale, è invece il simbolo di Osiride, rimandabile al fallo. Come simbolo dell'unione dei due principi cosmici sta ad indicare anche l'unione mistica tra il cielo e la terra, ovvero il contatto tra il mondo divino e il mondo umano, nonché l'unione dei due principi intesa come generatrice dell'esistenza. La denominazione chiave della vita, oltre che un richiamo alla forma del simbolo stesso, sta ad indicare anche il significato escatologico del simbolo: l'ankh è anche infatti vita eterna, grazie alla quale l'uomo riesce a superare la morte, per giungere alla rinascita. In quanto simbolo della vita e dell'immortalità, il suo significato è estensibile a quello di simbolo dell'universo, dato che il cosmo è pura vita, pura esistenza ed eterno alternarsi di cicli regolatori, oltre che costantemente generato dall'alternarsi di principi in eterna opposizione.
LA CROCE CELTICA
La croce celtica, detta anche druidica, rappresenta il più alto simbolo della conoscenza iniziatica degli antichi druidi, contemplato come sigillo del Sapere e dei 4 elementi della natura che confluiscono al centro di un cerchio che è simbolo del quinto elemento, della quinta essenza. Si tratta di un classico pentacolo, agente attivamente in corrispondenza con il cosmo.
Il pentacolo , però , in effetti è una figura geometrica leggermente diversa : per definizione si tratta di un pentagramma inscritto in un cerchio . Un pentagramma regolare può essere formato da un pentagono regolare capovolto estendendo i suoi lati finchè si uniscano a formare una stella a cinque punte , oppure disegnando le sue diagonali, e la figura risultante contiene varie lunghezze correlate dalla proporzione aurea ( della quale parlerò più avanti ). Per avere un’ idea immediata di come sia costituito , pensiamo al simbolo che usavano le brigate rosse . Il rapporto tra i vari elementi rappresentati all'interno del pentacolo è detto essere una riproduzione in miniatura dei processi su cui si basa il cosmo. Questo processo inizia dall'elemento dello spirito, il quale si manifesta dando origine a tutto ciò che esiste. La creazione si verifica partendo dalla Divinità e scendendo verso la punta in basso a destra, simboleggiante l'acqua, ovvero la fonte primaria e sostentatrice della vita sulla Terra. Dall'acqua ebbero origine le primissime forme elementari di vita, le quale poi evolsero con il passare dei millenni staccandosi dall'elemento primordiale. Dall'acqua il processo creativo risale verso l'aria, la quale rappresenta le forme di vita sufficientemente evolute da potersi organizzare da sole, prendendo coscienza del proprio se. Questi esseri, dalla loro innocenza originaria, si evolvono e si organizzano moralmente e tecnologicamente, procedendo lungo la linea orizzontale verso la terraa destra. La terra simboleggia il massimo grado di evoluzione che un'epoca può supportare, quando questo diviene troppo ingente avvengono delle ricadute, sotto vari punti di vista, ma innanzitutto sotto il profilo spirituale. L'essere si allontana dallo spirito, degradando verso il basso, il fuoco, simboleggiante l'apice della degenerazione. In seguito alla depressione avviene però sempre una ripresa, un ritorno alle origini, in questo caso allo spirito, l'essere umano riscopre la spiritualità. Letto in senso escatologico, questo processo potrebbe anche simboleggiare il ciclo delle reincarnazioni, assimilato da parecchie tradizioni neopagane : lo spirito, in quanto fonte di ogni cosa, è fonte anche dell'uomo, quest'ultimo (e con esso qualsiasi essere animato o inanimato) completato il suo ciclo esistenziale, torna ad essere parte dell'Uno cosmico, si unisce a Dio. In seguito a questa unione la sua anima potrà iniziare una nuova esistenza.
Il pentacolo è un simbolo molto forte , un amuleto che racchiude in se tutti gli elementi del cosmo , quindi molto usato per riti magici .
Tornando alla croce celtica , anch’ essa contiene, in un cerchio , i cinque punti dati dagli estremi della croce e dal suo centro .
É anche una ruota solare o ruota di Luce. La croce rappresenta sia i quattro punti cardinali, sia le due vie sacre che ogni popolo o individuo può percorrere. I quattro punti cardinali rappresentano: l’Est, dove sorge il sole, è il potere spirituale, la luce, la vita stessa e la conoscenza; il Sud, con i suoi venti caldi, la buona stagione, le cose che crescono; l’Ovest il tramonto il buio i misteri ma anche la rinascita; il Nord il freddo, le prove materiali che ci temperano e migliorano. Le due linee che si incrociano e il loro punto di intersezione rappresenta l’equilibrio. Le due vie sacre: quella orizzontale, percorribile materialmente e quella verticale, percorribile spiritualmente (che unisce la terra al cielo).
Anche in questo simbolo , fra l’ altro antichissimo , compaiono la croce ed il cerchio , come nella croce ansata Egizia , ma ora uno dentro l’ altro . Queste due componenti sembrano avere valenze quasi antitetiche: il cerchio non ha un inizio né una fine e non ha direzione, mentre la croce ha un moto che s'espande verso l'esterno a partire da un singolo punto centrale . Il cerchio è spesso simbolo lunare femminile, mentre la croce inscritta in un cerchio, sia che i bracci ne fuoriescano e sia che invece ne rimangano inscritti, è simbolo solare maschile. Infatti, alcune teorie "New Age" vedono in questo simbolo la rappresentazione del Sole e della Luna , del Principio Maschile e di quello Femminile , come succedeva anche per la croce ansata egiziana .
È un simbolo spaziale e temporale e questa proprietà lo rende adatto ad esprimere il mistero del cosmo, in cui è inserita la terra.
La Croce Celtica potrebbe ben adattarsi ad una rilettura simbolica in chiave ermetica secondo il paradigma d'Ermete Trismegisto "come in alto, così in basso". Nella Croce Celtica possiamo, infatti, vedere sia una rappresentazione del microcosmo in relazione al macrocosmo: l'uomo (microcosmo) attraverso di essa si orienta, partendo dal punto singolo al centro della croce, verso i quattro punti cardinali, i quattro elementi, per giungere al cerchio delle stagioni scandite dai solstizi e dagli equinozi e dell'universo (macrocosmo). Il rapporto così creato non è statico, ma dinamico, determinato da un movimento centrifugo che dal microcosmo porta al macrocosmo o centripeto, dal macrocosmo al microcosmo.
Guardando all’aspetto grafico vero e proprio, il concetto di ciclicità genericamente espresso dalla Ruota si arricchisce di nuovi significati quando all’interno della stessa compaiono i raggi, il cui numero è indicativo delle diverse suddivisioni in cui il ciclo s’intende ripartito. Ad esempio, riferendo la Ruota alla dimensione terrestre, la quadripartitura può essere associata al ciclo delle stagioni (e quindi, alla dimensione temporale), ai punti cardinali (e perciò, per riflesso, alla dimensione spaziale), ai quattro momenti particolari della giornata (alba, mezzogiorno, tramonto, mezzanotte), alle fasi lunari e, estendendoci anche alle tradizioni orientali o dell’America Centrale, alle quattro ere dell’umanità. Spesso il simbolo è stato utilizzato per indicare la Terra, ed ancora oggi in astrologia questo pianeta è indicato con il simbolo in questione.
La Croce Celtica viene usata anche per rappresentare l'Albero della vita; i quattro elementi uniti al quinto, dove il cerchio è visto come simbolo d'energia; equinozi e solstizi ; le quattro feste stagionali che stanno in mezzo a questi (Samhain 1 novembre, Imbolc 1 febbraio, Beltane 1 maggio, Lugfhnasadh 1 agosto); il ponte tra il mondo terreno e quello divino racchiusi nell'infinità dell'universo. Molte abbazie , non a caso , hanno una pianta a forma di croce, essa viene ad essere il centro del mondo, e l'uomo, al suo interno s'orienta espandendosi nelle quattro direzioni dei quattro punti cardinali.
La forma più semplice di ruota è quella che presenta quattro raggi, solitamente disposti a formare una croce retta. È tra i più antichi simboli solari, chiamato anche croce solare, croce di Odino o Croce di Woden. Il simbolo di Odino nella mitologia norrena era una croce in un cerchio , quindi uguale alla croce celtica .
Odino, presso le popolazioni del Nord Europa, e Wotan, o Woden, presso quelle di ceppo teutonico, era l’essere supremo della loro religione. Era il dio dell’arte, della cultura, della guerra e dei morti, rappresentato come un vecchio con un occhio solo, recante al fianco due corvi come suoi messaggeri. Nell’antica Cina lo stesso simbolo era associato al tuono, al potere, all’energia ed al rispetto. Odino è il più potente degli dei, capace di ogni magia guerriera, descritto come bello d'aspetto e capace di essere grandioso in battaglia quanto piacevole in conversazione con individui che egli ritiene amici, nello stesso tempo appare terribile e pericoloso agli avversari.
E' il dio guerriero per eccellenza, porta armi fabbricate espressamente per lui ed ha la caratteristica di parlare sempre in versi. Le sue parole hanno carattere magico , del resto governa le rune , il mitico alfabeto sacro.
Anticamente le rune erano usate dai popoli nordici sia come linguaggio sia come metodo di divinazione, ma anche come strumento magico per scagliare maledizioni o per guarire malattie. I miti nordici narrano che Odino, padre degli dei, trascorse 9 giorni e 9 notti appeso all’albero della vita a testa in giù con il costato trafitto da una lancia. Nell’estasi vide le rune e la raccolse per poi donarle agli uomini affinché potessero comunicare con gli dei. Ma per questo dono agli uomini dovette sacrificare il suo occhio.
L’avvento del Cristianesimo si appropriò subito del simbolo in questione, ravvedendo nella croce centrale il segno della passione di Cristo, che sulla croce venne giustiziato. In questo ambito è conosciuta anche come croce gammata, croce cattolico-romana, croce d’inaugurazione o di consacrazione. Quest’ultimo epiteto deriva dal fatto che nelle chiese di ogni tempo, ed ancora oggi, troviamo questo simbolo soprattutto nei quattro angoli fondamentali dell’edificio, gli stessi che nel rito fondamentale di consacrazione e dedicazione della chiesa vengono unti e benedetti dal vescovo con l’olio sacro. Troviamo spesso lo stesso emblema usato come aureola sul capo dei Santi, per sottolineare il potere spirituale o l’aura energetica che viene emanata da una persona santa, cioè piena di Spirito; è un’associazione con l’antico senso originale di "segno del potere".
Oggi come secoli fa, grandi croci cerchiate di pietra punteggiano le campagne, le città e i monasteri d'Irlanda. Si ritrovano, in misura minore e diverse nella forma, nelle restanti aree dell'Europa celtica: Scozia, Galles, Cornovaglia e Bretagna. Scolpite per lo più in pietra arenaria, sono disseminate un po' ovunque: spesso ad indicare i confini dei monasteri, una tomba, dedicate ad un re o ad un santo, poste nei luoghi di preghiera o a protezione contro le forze infernali.
A partire dal VI-VII secolo d.C. furono sviluppate e perfezionate fino al XII secolo, scomparendo dopo la conquista inglese del 1170. Il periodo culminante di questa forma di scultura fu quello dei secoli agitati dalle invasioni vichinghe e scandinave, quando le scorrerie di queste popolazioni barbare attaccavano i grandi centri monastici irlandesi.
Vi sono alcuni simboli derivati dalla croce celtica , come il simbolo del pianeta venere , adottato anche come simbolo dell’ elemento femminile , cioè il cerchio con la croce che parte dal punto più basso della circonferenza ; oppure l’ emblema della Nato , che è una croce con i quattro bracci simili alla “rosa dei venti” ( un’ altro derivato , ovviamente , della croce ) all’ interno di un cerchio , oppure nella segnaletica stradale , il divieto di fermata : È sufficiente una rotazione di 45° del simbolo della Ruota a Quattro Raggi, per modificarne notevolmente il significato originale. In questo caso, prende il sopravvento l'effetto neutralizzante e cancellante della croce diagonale. Il cerchio esterno, che simbolicamente rappresenta la pienezza delle possibilità, viene limitato dalla presenza della croce: non a caso, infatti, la "X" è spesso usata modernamente come simbolo di divieto. Nella segnaletica stradale, questo senso è pienamente illustrato dal segnale di "divieto di fermata", che impedisce a qualsiasi veicolo non solo di parcheggiare, ma persino di fermarsi brevemente nella zona segnalata. Anche l'ideazione di tali simboli ha attinto pienamente dall'antica Tradizione simbolica.
Sebbene non sia stata mai adottata ufficialmente come simbolo dal Regime Fascista, la Croce Celtica è diventato uno dei più noti e diffusi simboli del Neo-Fascismo. Come tale, infatti, venne adottata per la prima volta dal Parti Populaire Française, un partito politico collaborazionista della Francia Occupata, e nel periodo del Dopoguerra si diffuse all'interno di diversi gruppi di estrema destra in tutta Europa. Quei movimenti considerano la cultura celtica, basata sull’aristocrazia e sulla guerra, come quella originaria e più autentica dell’Europa, non “contaminata” da successive immigrazioni e invasioni .L'ispirazione fu sempre e comunque la Croce Celtica di Odino, simbolo solare e di potere, in modo simile alla swastika, o croce gammata, che divenne simbolo ispiratore del Partito Nazionalsocialista di Hitler, ma anch'esso in principio simbolo solare.
LA SVASTICA
La svastica è un simbolo universalmente conosciuto e molto antico, se ne trova traccia in Asia, in Mongolia, in India e anche nell’America centrale .
La svastica o croce uncinata , è una croce equilatera con i bracci piegati ad angoli retti. È stata usata come simbolo, generalmente con significati augurali o di fortuna, da molte culture fin dal neolitico, ed è ancora oggi un simbolo sacro in alcune religioni come l'Induismo.
La svastica è praticamente formata da quattro eliche che partono da un centro comune per comporre una specie di ruota, quella della creazione e del divenire. Infatti il movimento delle eliche riproduce la corsa solare, la rigenerazione permanente della natura. Questa mette ordine nel caos originario, portando dalla potenza all’atto il quaternario degli elementi. Questi ultimi, emanazioni immediate della Causa produttrice, corrispondono alle eliche della svastica, il cui braccio verticale ingenera simultaneamente l’aria e la terra, mentre da quello orizzontale si dipartono il fuoco e l’acqua. Questi due ultimi elementi occulti agiscono l’uno in senso ascendente e dilatatorio, l’altro inversamente, nel senso del flusso e della costrizione. Entrambi rientrano nella categoria della passività (tratto orizzontale della croce), per determinarvi le alternanze del moto vitale. Gli altri due elementi sono invece i risultati passivi di un intervento attivo. L’uno corrisponde alla volatilità, alla leggerezza che ha conquistato le altezze dove ormai plana. L’altro si è formato dal deposito di sedimenti pesanti che, diventando sempre più spessi e densi, si sono solidificati. Le svastiche fanno parte dei simboli rappresentanti la sapienza. La svastica rappresenta il potere divino, il moto dell’universo e del sole.
In effetti la svastica fa la sua comparsa in molte culture dell’antico e del nuovo mondo, la conoscevano i Celti, gli antichi Greci, gli Etruschi, gli Egizi, i Mesopotami e gli Aztechi.
Presso l’Elam (nel periodo preistorico), Babilonia e nella valle dell’Indo per la cultura preariana di Mohenjo-dara (2000 a.C.), la croce uncinata era vista come simbolo religioso e come portafortuna circondato da un immensa aura magica.
In India, per esempio, veniva unito il significato religioso al simbolismo astronomico: con gli uncini orientati a destra emblema del Sole, mentre di ira funesta nel senso opposto.
In Medio Oriente, a Micene e in Grecia furono scoperte svastiche su statue di donne, e attorno ad Artemide, signora della vita, così da far pensare ad un significato di fertilità e vita . I bracci della croce rivolti verso l’interno alludono a una direzione di movimento in senso rotatorio. Per la sua forma a ruota può suggerire l’idea del ritorno delle stagioni che compongono l’anno solare. Inoltre può ruotare verso sinistra o verso destra a seconda dei ripiegamenti dei suoi uncini.
Nell’area indobuddista la svastica venne considerata come un sigillo e la si ritrova spesso impressa sul cuore di Buddha, anche in Tibet del resto ha valore di portafortuna e talismano.
Nella tradizione Buddhista, la svastica simboleggia i piedi o le impronte del Buddha ed e’ spesso usato per indicare l'inizio dei testi. Il Buddhismo tibetano moderno lo usa come decorazione nell'abbigliamento. Con il diffondersi del Buddhismo e' stato adottato anche dalla iconografia della Cina e del Giappone, dove e’ stato usato per indicare la pluralita’, l'abbondanza, la prosperita’ e lunga vita.
Nella religione indiana del Gianismo i quattro bracci di questa croce rappresentano i piani dell’esistenza: mondo degli dei, mondo dell’uomo, mondo animale, mondo infero.
La svastica viene denominata anche come “CRUX GAMMATA” in quanto i suoi uncini ricordano la quadruplicazione della lettera G (gamma) dell’alfabeto greco.
Dopo la Seconda guerra mondiale, a seguito del suo utilizzo nella bandiera della Germania nazista, il suo uso in occidente è oggetto di controversie.
In realtà ,la svastica venne utilizzata in Germania ancor prima della ascesa di Hitler come simbolo di movimenti etno-nazionalisti (Volkisch). Solo successivamente Hitler ne consacrò l’uso nazista, appropriandosi indebitamente anche dei suoi valori principali come quello della purezza, giustificandolo e associandolo alla presunta supremazia della razza ariana.
Il dittatore tedesco, probabilmente, era uno studioso ed aveva conoscenze esoteriche, queste lo conducevano a credere che gli Ariani fossero superiori in quanto semidei, e a pensare che il suo popolo doveva a tutti i costi riguadagnare la sua superiorità perduta. Le sue idee lo conducevano inoltre a vedere negli ebrei dei nemici in quanto popolo che non utilizzavano la svastica, che era eredità degli Arii che ne avevano diffuso il culto ovunque.
«La svastica era il Sole e gli ebrei erano devoti alla luna, dunque nemici del simbolo e degli Ariani».
Dunque , abbiamo visto che la croce è sempre stata uno dei simboli religiosi più diffusi nel mondo: in egitto (ankh, croce della vita); in oriente (svastica); in europa ( la croce celtica)... persino in america , la croce di quetzalcoatl!
IL SIMBOLISMO DI QUETZALCOATL
Quetzalcoatl ,che significa letteralmente serpente con piume di Quetzal( variopinto uccello del centro America ) , ovvero "serpente piumato" o "gemello prezioso", è il nome azteco del dio serpente piumato dell'antica Mesoamerica, fra le divinità più importanti per molte civiltà messicane e centro americane .
Il Serpente Piumato e la Divinità Vecchia del Fuoco sono tra le divinità più antiche di Teotihuacan e portano spesso effigiato l’emblema del quinquonce, cioè i cinque punti nella croce.
Il significato della figura del quinquonce è riferibile al misticismo matematico dei Pitagorici . Questa disposizione, infatti, costituisce il centro della tetrakis, la piramide formata da dieci punti. Per la scuola pitagorica il numero cinque, chiamato Pentade, rappresenta vita e potere.
Il 5 era il numero sacro per eccellenza, il numero del divino, che vivificava la Creazione, piano materiale scisso in 4 punti (le direzioni cardinali).
Tra Quetzalcoatl e il Dio del Fuoco e il fuoco stesso, vi è un evidente rimando: il fuoco mitico in cui vengono bruciate le radici dell’Ego, è componente indispensabile della Creazione, da cui può scaturire la Vita. Nella mentalità mesoamericana, è evidente il nesso tra il fuoco e la vita, o la resurrezione spirituale: che questo emblema sia associato ad entrambe le divinità ed assuma valore catartico nella dottrina esoterica del Serpente Piumato, non deve stupire.
Altro parallelismo simbolico tra il fuoco e la vita spirituale è fornito dal fatto che la farfalla rappresenti sia l’anima che il fuoco. Il fuoco è l’elemento che permette all’anima di liberarsi della Materia: non solo fisicamente ma anche a livello simbolico, se si intende il fuoco come purificazione, rinuncia, sacrificio trascendente.
Ricordiamo che nella cosmologia arcaica mesoamericana, acqua e fuoco sono gli agenti creatori. Da un punto di vista antropologico, come altrove, il culto del fuoco e dell'acqua è ancestralmente legato rispettivamente al maschile e al femminile.
La croce di Quetzalcoatl è una delle tante forme del quinquonce: come molta della simbologia messicana, essa fa riferimento alla sacra legge del Centro, per cui solo nel Centro esiste la Verità.
Il Centro è metaforicamente il punto d’incontro tra tendenze avverse, dunque può essere il solo luogo ove si raggiunge un determinato equilibrio: il luogo ove risiede la Verità, per la cosmologia mesoamericana; e proprio il quinquonce è l’emblema di questo sacro concetto. Come il cuore, al centro dell’organismo umano, rappresenta l’involucro della scintilla divina che deve liberarsi per ritornare al Regno Divino, come spiegano tante raffigurazioni in cui il Serpente Piumato spacca cuori umani, così, anche nel macrocosmo, solo il Centro, poiché in perfetto equilibrio, può ospitare il Divino.
E dove risiede questo divino, nel cosmo? Osserviamo la croce: il centro è raffigurato all’interno di essa. La croce, rappresentazione della materia, è vivificata dal quinto punto, che è l’insegnamento spirituale del Serpente Piumato. Quinto punto che, in altra sintesi, rappresenta l’anima mundi, posta al centro della Creazione, costituita dalla Materia: dunque, in questo piano creativo, l’ideale punto saldante l’unione di Materia-Spirito: in poche parole, quella particola divina che, se liberata, ci riscatterà dall’amaro calice della vita materiale.
Nella mitologia , il Serpente Piumato brucia su un rogo appiccato da egli stesso, per espiare una colpa di tipo carnale. Una colpa che si può categorizzare come un vero e proprio peccato, e generalizzare come una mancanza, una reazione d'orgoglio legata alla lussuria e alle tentazioni di questo piano sensibile. Il rogo e l'assunzione in cielo di Quetzalcoatl nella forma del pianeta Venere vanno letti in chiave simbolica: egli propone una dottrina escatologica che di fatto, prevede un percorso gnostico di ricongiunzione all'Uno , egli propone ascesi e rinuncia, egli propone di bruciare le radici dell'Ego. Un percorso individuale, fatto di carità, rinuncia, ricerca del Divino.
Gli sciamani invocano ancora oggi i quattro punti cardinali : il Nord , terra della pioggia , è il luogo dove ha inizio la rinascita ; il Sud , che rappresenta il sole a mezzogiorno , è il luogo del calore ; l’ Ovest è l’ ingresso nell’ aldilà , l’ Est è il luogo della nascita e del sorgere del sole . Le quattro direzioni sono collegate da una gigantesca croce che sorge per divenire Wakah Chan , l’ albero del mondo che collega il cielo , la terra e il mondo degli inferi . Nella mitologia Maya esso rappresenta il momento della creazione ed è connesso al luogo dove ha inizio il mondo chiamato posto delle canne , cioè la città di Teotihuakan . La croce simboleggia molte cose : un albero , la via lattea , il serpente a due teste della vita e della morte e il Sac Be , il bianco cammino , la strada che corre da oriente a occidente , dalla nascita alla morte . 700 miglia al di la dell’ orizzonte occidentale di Copan , nella direzione della morte , si ergeva la più grande città del continente americano Teotihuakan . La sua principale via di accesso era una strada lunga 5 km fiancheggiata da templi : il viale dei morti . Qui si eleva la piramide del sole , la più grande costruzione dell’ America precolombiana . Quando il sole tramonta a Copan , cala proprio dietro questa piramide a più di 1000 km di distanza . Il signore dell’ ovest , il figlio del fuoco ( Yax-Kuk-Mo ) , uscì allora dalla porta del mondo sotterraneo , il luogo in cui iniziava il mondo , il luogo delle canne , Teotihuakan , per portare un messaggio . Arrivò a Tikal nel 378 d.c. , poi si spostò a Copan con una missione da adempiere : sostenere un ruolo divino in una nuova alba del mondo .L’ ottava baktun ( era del mondo ) volgeva alla fine , ogni era durava 400 anni . A Copan stava nascendo un nuovo mondo , prima era un luogo paludoso , ora un nuovo sole sorgeva ad est , il Quetzal Macao , che giungeva dalla terra della morte per segnare la rinascita del tempo nel posto delle canne .
IL CADUCEO DI MERCURIO
Un caduceo è un bastone con due serpenti attorcigliati intorno ad esso (per l'esattezza la tradizione vuole che si tratti di Zamelis longissimus, detto anche colubro di Esculapio o colubro di Asclepio ). La parola italiana deriva dal latino caduceus , traducibile come araldo.
Nell'antica Grecia il caduceo rappresenta l'emblema degli araldi negoziatori di pace.
Questo simbolo ha origini antichissime: è stato individuato in Occidente fin dal 2600 a.C., nelle Indie, presso i Fenici e nelle civiltà assiro-babilonesi.
La figura mitologica più famosa, associata al caduceo, è quella di Mercurio (in greco Ermes: pilastro, base o pietra), il messaggero degli dei, la cui radice "merg" (emergere) sottolinea il suo dinamismo, la sua funzione di unione tra cielo e terra, tramite fra l'uomo ed il divino tra l'immanenza e la trascendenza.
Importante la sua funzione di "Psicopompo" (guida delle anime) cioè di riaccompagnare fuori dall' Ade le anime che hanno avuto il permesso di tornare alla luce.
Nelle numerose raffigurazioni iconografiche, tra cui la celebre Primavera di Botticelli, viene rappresentato con i sandali alati ai piedi, in testa ha il pètaso, tipico copricapo dei viaggiatori e con una mano che impugna il caduceo si protende verso il cielo. Il bastone è sormontato da due ali e presenta due serpenti, simmetricamente attorcigliati in senso inverso. La leggenda narra che un giorno Mercurio, servendosi di un legno per separare due serpi in contesa, non riuscì più a staccarle ed ottenne il risultato di averle permanentemente avvinghiate al bastone.
L'esatto significato del caduceo rimane comunque non molto chiaro. Il caduceo era il bastone o lo scettro del dio greco Hermes che lo esibiva come simbolo per dirimere le liti. Per questo il caduceo veniva mostrato dagli araldi e dagli ambasciatori come simbolo della loro funzione mediatrice e come emblema della loro inviolabilità. Lo scettro, all'inizio un semplice bastone, aveva anche una valenza morale, poiché rappresentava la condotta onesta e al tempo stesso la salute fisica della persona. Hermes/Mercurio, in quanto messaggero degli dèi, era anche il mediatore della volontà divina presso gli uomini.
Attualmente è spesso utilizzato scambievolmente con il Bastone di Asclepio. Il Bastone di Asclepio è un antico simbolo greco associato alla medicina. Consiste in un serpente attorcigliato intorno ad una verga. Asclepio era il dio della salute nell'antico pantheon greco. Il nome latinizzato del dio era Esculapio. Fu istruito nell'arte medica dal centauro Chirone .
Il bastone di Asclepio simboleggia le arti sanitarie, combinando il serpente – che con il cambiamento della pelle simboleggia la rinascita e la fertilità – con la verga. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che una volta il simbolo rappresentasse un verme arrotolato intorno ad un bastone; vermi parassiti come il "verme della Guinea" erano comuni nei tempi antichi, e si estraevano da sotto la cute arrotolandoli lentamente intorno ad un bastoncino . Difatti secondo alcuni autori, sia il bastone di Asclepio , con un serpente attorcigliato, sia il caduceo di Hermes, con due serpenti, deriverebbero da un antico metodo, ancora valido, di estrazione dai tessuti sottocutanei, per arrotolamento su un bastoncino, della femmina adulta di Dracunculus medinensis (elminta diffuso in molte regioni rurali dell'Africa e del Medio Oriente); l'operazione, che poteva durare giorni, doveva essere eseguita da medici molto esperti, perché il verme non si rompesse durante l'estrazione. Se succedeva, il verme moriva nel tessuto sottocutaneo e non si poteva più estrarre.
È possibile che i medici abbiano associato il caduceo con la medicina , specialmente negli Stati Uniti . Il simbolo è inoltre usato in Italia come emblema dell'Ordine dei Farmacisti.
Il caduceo rappresenta l'equilibrio tra ragione e istinto, tra bene e male, salute e malattia, acqua e fuoco; è un archetipo del caos primordiale (oroboros), polarizzato dalle due forze opposte (i serpenti) che si stringono attorno all'asse del mondo, simbolo del Tao e pertanto di pace e armonia fra le energie . Secondo la cultura Orientale il Caduceo illustra chiaramente il concetto base del Corpo Sottile. Le vorticose energie ascendenti dei serpenti producono un vortice di potenza che viene usato nel Tantra per la trasformazione personale. I due serpenti sono associati con le energie solari e lunari e rappresentano la parte destra e sinistra del corpo. Si intersecano tra di loro e attraversano in continuazione il Grande Fiume centrale.
Il simbolo del caduceo di Mercurio riconduce , in primo luogo , al serpente piumato Quetzarcoatl ed al fuoco sacro , alla dualità maschile e femminile e rappresenta una sintesi del cammino esoterico . La sua conformazione ricorda comunque la croce : la verga verticale su cui si annodano i serpenti e le ali spiegate orizzontalmente in cima ad essa , formano una T , la tau dell’ alfabeto ebraico , molto legata al simbolo della croce , come abbiamo visto . La verga rappresenta l’ ascesa dello spirito attraverso i due canali di Ida e Pingala ( i due serpenti ) , l’ unione del maschile e del femminile , la sintesi degli opposti , quindi ancho lo Yin e lo Yang , la dualità che si fonde nell’ unità , la ricongiunzione alchemica dell’ essere androgino primordiale : l’ Adamo , la coscienza del divino . Le ali sono quelle della trasformazione della materia nello spirito , libero finalmente di elevarsi tramite la potenza rinnovatrice del fuoco creatore . La croce è ancora il simbolo di tutto questo e lo rivedremo parlando di Gesù Cristo.
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